mercoledì 27 giugno 2018

la costruzione sociale della povertà

Dal Medioevo all'età industriale, i poveri sono stati al tempo stesso esaltati e scherniti, associati alla virtù e al crimine, assistiti e rinchiusi, vittime e colpevoli. Hanno  incarnato la speranza e sono stati stigmatizzati come classi pericolose. Negli studi più recenti le cause della povertà sono confuse con i suoi sintomi, le analisi economiche e sociali non hanno fatto scomparire le spiegazioni individuali e culturali. Come in passato, la carità rivaleggia con la politica.
In breve, la povertà è certamente una realtà concreta e dolorosa per milioni di esseri umani nel mondo, ma è anche una costruzione sociale che nasconde questa realtà. La povertà è diventata un'idea teorica il cui significato si estende all'infinito e rende i poveri  non-identificabili. Il modo in cui "vediamo" e temiamo la povertà è il risultato di una costruzione sociale prodotta dai non-poveri. Lo sguardo politico percepisce i poveri in funzione delle preoccupazioni dell'epoca che non sono mai quelle dei più demuniti. La povertà funziona come uno specchio, uno strumento del pensiero politico per esporre il suo ideale. Ciò spiega perché il tema della povertà sia all'ordine del giorno in circostanze eccezionali e per ragioni specifiche, indipendentemente dalla povertà realmente esistente. 
La preoccupazione risponde piuttosto, all'occorrenza di una nuova politica e di nuove legittimità. Simmel (1908) è stato abbastanza radicale: la lotta contro la povertà risponde sempre ai bisogni dei non-poveri. I poveri non ne sono mai la finalità. Due argomenti rafforzano questa ipotesi. Prima di tutto, il cosiddetto problema della "femminilizzazione" della povertà. Tutta la documentazione ultima e attuale associa il problema della povertà sempre e drammaticamente alle donne. Sono "le più povere tra i poveri" o "il ritratto della povertà", così come le donne sono sempre una categoria a parte tra le disoccupate in ogni parte del mondo, e sempre in percentuale maggiore rispetto agli uomini. Ma, per una volta in più ancora, bisogna constatare che di tutto questo, in realtà non si sa mai niente di concreto. La tesi è fondata solamente se si elimina il fattore del reddito dalla definizione della povertà e ci si concentra sulla discriminazione universale di cui le donne sono vittime.
Non esistono vere statistiche monetarie sulla povertà delle  donne per la semplice ragione che questi dati si producono all'interno delle famiglie. Del resto, capita spesso nelle analisi che associano le donne alla povertà, che gli autori ammettano la mancanza di dati per provare e pronunciarsi su tale "femminilizzazione" della povertà. In questo campo, tutto sembra indicare che si tratti proprio e solo di una rappresentazione artefatta, voluta per l'uso politico. 
Il secondo argomento concerne la riflessione sulla povertà come problema "desolante" e "infamante". Ma per questo si tratta del principale problema della nostra epoca? Non ci sono buoni argomenti per pensare che la disuguaglianza, addirittura la ricchezza possa essere ben più problematica di una povertà che non si arriva neanche a definire? Come spiegare lo squilibrio lampante che esiste a livello accademico tra, da una parte, la pletora di studi sui poveri e, d'altra parte, il disinteresse per i ricchi? Contrariamente ai ricchi, i poveri sono assunti come oggetto scientifico, costituirebbero un'alterità supposta che permette uno sguardo esterno, obiettivo? La povertà non sarebbe che il risultato di uno sguardo caduto sul popolo, lo sguardo dei non-poveri? Tutte queste considerazioni incoraggiano a studiare la povertà come fatto politico per ricercare le ragioni che ne hanno fatto una priorità mondiale. Questo approccio non implica  affatto una reazione della realtà oggettiva della povertà, né il bisogno di combatterla. Al contrario: se si accetta l'ipotesi che il discorso sulla povertà possa avere una funzione politica dissociata dalla realtà delle persone povere, allora può essere utile analizzare la razionalità e la logica di questo discorso. Esaminando le definizioni della povertà, dovrebbe essere possibile mettere in evidenza le strategie per/contro di loro. 

Gang.

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